Ci sono giorni in cui vorrei gridare: BASTA! Ci sono momenti in cui vorrei sparire, volatilizzarmi nel nulla. Ci sono istanti in cui vorrei essere anestetizzata, per non provare più nulla. Scrivo di getto, questa volta. Scrivo di vita vissuta. Scrivo di delusioni, di rabbia, di lividi. Sono pugni nell'anima, cicatrici e ferite. Colpi allo stomaco e battiti veloci. Il fiato corto di chi si sente spossato dalla vita. E per una porta socchiusa, altre che sembrano serrarsi a doppia mandata. Rabbia, dolore, angoscia. Trascinata in un turbine... e senza la forza di uscirne.
Bisogno di sfogarsi, di lacrime... ma non scendono più. E la paura di tornare ad essere dura e impassibile. Il timore di non potercela fare da sola.
Vorrei ritrovare la forza di volontà che mi ha portato alle scelte estreme di quell'estate. Vorrei tornare a respirare lentamente, guardare lontano... vorrei sciogliermi l'inverno dal cuore.
mercoledì 17 novembre 2010
martedì 19 ottobre 2010
...E il nulla attorno...
Ancora "riciclo": uno scritto del 2008. Ma, davanti all'ennesima porta sbattuta violentemente sul volto, non ho trovato niente di meglio di quanto segue per esprimere il mio stato d'animo. Perchè il tempo è passato, molte cose sono cambiate, ma il senso d'insoddisfazione permane, pressochè immutato.
Confusa. Distratta. Disordinata. Svuotata. Irascibile.
Tanti aggettivi, uno accanto all'altro. Ma è l'unico modo che conosco, ora, per descrivermi. Non mi capisco più. Nessun discorso organico mi appartiene. Nuovamente privata delle mie piccole certezze, mi sento fragile e disturbata.
Perchè complicarsi la vita quando tutto potrebbe essere perfetto?
Perchè ostinarsi a voler sentire la vita scorrere nelle vene?
Credevo che lui, finalmente, fosse riuscito a riscuotermi dal torpore, a sciogliere il ghiaccio che da tempo opprimeva i miei sensi. Come un timido raggio di sole.
No. Così non è.
Quando ogni certezza è caduta, quando nemmeno le lacrime riescono più a liberare il fastidio che porto dentro, quando l'insofferenza si accumula e cresce nutrendosi di se stessa, allora, cosa rimane?
Cosa resterà di questi ultimi mesi? Cosa mi rimarrà, in concreto, se non la consapevolezza di avere, un'altra volta, fallito? Sconfitta su tutta la linea.
Non trovano pace i miei pensieri, non trovano tregua i miei sensi. E più cerco di negare me stessa, più mi accorgo di essere sul limite...
Sembrano deliri, forse lo sono.
Ho paura. Paura di trovarmi sola. Paura di sentirmi, come un tempo, inutile, vuota, irrisolta o irrealizzata. Ormai sono priva di aspettative. Da qualche tempo penso a quale potrà essere il mio futuro...beh, non ne vedo uno. E questo mi spaventa.
Forse è la stanchezza, non so. Forse è la voglia di scappare. Qui l'aria è irrespirabile, sembra sempre tutto così immutabile, fermo e cristallizzato. E io sempre alla costante ricerca di questo "qualcosa" che mi possa cambiare la vita, o almeno scuoterla un po'...
Un angolo tutto per me, per riflettere, leccarmi le ferite, tirarmi nuovamente in piedi. Come sempre. Sempre più acida, sempre più cinica, forse più cattiva. Arrabbiata con la vita. In perenne stato di allerta, ancora sulla difensiva.
Certe ferite non si rimarginano, alcune ci provano, ma ogni tanto la cicatrice torna a fare male. Altre volte rimane solo un graffio, una piccola escoriazione: un po' di pazienza e tutto passa. Cosa accadrà questa volta?
Mille interrogativi, nessuna risposta. Solo l'amara certezza che questa vita non mi basta. Almeno non ora.
(Rileggendomi... almeno il cuore, ora, sta meglio... grazie L. )
Confusa. Distratta. Disordinata. Svuotata. Irascibile.
Tanti aggettivi, uno accanto all'altro. Ma è l'unico modo che conosco, ora, per descrivermi. Non mi capisco più. Nessun discorso organico mi appartiene. Nuovamente privata delle mie piccole certezze, mi sento fragile e disturbata.
Perchè complicarsi la vita quando tutto potrebbe essere perfetto?
Perchè ostinarsi a voler sentire la vita scorrere nelle vene?
Credevo che lui, finalmente, fosse riuscito a riscuotermi dal torpore, a sciogliere il ghiaccio che da tempo opprimeva i miei sensi. Come un timido raggio di sole.
No. Così non è.
Quando ogni certezza è caduta, quando nemmeno le lacrime riescono più a liberare il fastidio che porto dentro, quando l'insofferenza si accumula e cresce nutrendosi di se stessa, allora, cosa rimane?
Cosa resterà di questi ultimi mesi? Cosa mi rimarrà, in concreto, se non la consapevolezza di avere, un'altra volta, fallito? Sconfitta su tutta la linea.
Non trovano pace i miei pensieri, non trovano tregua i miei sensi. E più cerco di negare me stessa, più mi accorgo di essere sul limite...
Sembrano deliri, forse lo sono.
Ho paura. Paura di trovarmi sola. Paura di sentirmi, come un tempo, inutile, vuota, irrisolta o irrealizzata. Ormai sono priva di aspettative. Da qualche tempo penso a quale potrà essere il mio futuro...beh, non ne vedo uno. E questo mi spaventa.
Forse è la stanchezza, non so. Forse è la voglia di scappare. Qui l'aria è irrespirabile, sembra sempre tutto così immutabile, fermo e cristallizzato. E io sempre alla costante ricerca di questo "qualcosa" che mi possa cambiare la vita, o almeno scuoterla un po'...
Un angolo tutto per me, per riflettere, leccarmi le ferite, tirarmi nuovamente in piedi. Come sempre. Sempre più acida, sempre più cinica, forse più cattiva. Arrabbiata con la vita. In perenne stato di allerta, ancora sulla difensiva.
Certe ferite non si rimarginano, alcune ci provano, ma ogni tanto la cicatrice torna a fare male. Altre volte rimane solo un graffio, una piccola escoriazione: un po' di pazienza e tutto passa. Cosa accadrà questa volta?
Mille interrogativi, nessuna risposta. Solo l'amara certezza che questa vita non mi basta. Almeno non ora.
(Rileggendomi... almeno il cuore, ora, sta meglio... grazie L. )
sabato 16 ottobre 2010
Pioggia d'aprile
Da questo mio vecchio scritto nasce il nome del blog...
Pagine scritte con inchiostro blu sparse per la stanza. Osservare il mondo al di qua di un vetro rigato dalla pioggia: quante volte si era persa, leggera, oltre la coltre di nubi esitante sopra la città. Improvviso il ricordo di una folle corsa sulla spiaggia sotto un temporale, l'urlo del mare e gocce salate sul volto. Erano trascorsi anni, ormai. Eppure la pioggia l'aveva sempre entusiasmata, il suo ticchettio sulla pelle nuda risvegliava in lei ricordi ancestrali, proprio come voleva la credenza popolare. Sentiva il rinnovarsi della natura. Fuori: Primavera. Dentro: un groviglio inestricabile di emozioni. Il profumo delle mimose, lo sguardo irriverente di un Narciso...mancava tutto questo.
E all'improvviso il temporale riportò quel Narciso da lei.
Oltre il vetro i lampioni della piazza si riflettevano nelle pozzanghere, nella stanza due anime erano tornate a sfiorarsi. Tiepide luci soffuse e quel contatto, tanto agognato e finalmente ritrovato. Il dono di un'inaspettata serenità. L'insicurezza, la paura e le mille domande che avrebbero accolto il mattino erano ancora lontane: quell'istante era l'inizio di un nuovo naufragio...
Un'unica certezza: fuggire è inutile...
Pagine scritte con inchiostro blu sparse per la stanza. Osservare il mondo al di qua di un vetro rigato dalla pioggia: quante volte si era persa, leggera, oltre la coltre di nubi esitante sopra la città. Improvviso il ricordo di una folle corsa sulla spiaggia sotto un temporale, l'urlo del mare e gocce salate sul volto. Erano trascorsi anni, ormai. Eppure la pioggia l'aveva sempre entusiasmata, il suo ticchettio sulla pelle nuda risvegliava in lei ricordi ancestrali, proprio come voleva la credenza popolare. Sentiva il rinnovarsi della natura. Fuori: Primavera. Dentro: un groviglio inestricabile di emozioni. Il profumo delle mimose, lo sguardo irriverente di un Narciso...mancava tutto questo.
E all'improvviso il temporale riportò quel Narciso da lei.
Oltre il vetro i lampioni della piazza si riflettevano nelle pozzanghere, nella stanza due anime erano tornate a sfiorarsi. Tiepide luci soffuse e quel contatto, tanto agognato e finalmente ritrovato. Il dono di un'inaspettata serenità. L'insicurezza, la paura e le mille domande che avrebbero accolto il mattino erano ancora lontane: quell'istante era l'inizio di un nuovo naufragio...
Un'unica certezza: fuggire è inutile...
Nato in una giornata uggiosa...
Questo è il mio inizio. Oggi nasce questo blog, assolutamente personale, assolutamente mio. Saranno pagine di diario, impressioni, riflessioni, emozioni... è la voglia di condividere tutto questo a spingermi a scrivere. Non so quanto interesse potrà destare, probabilmente non raggiungerò nemmeno quei "venticinque lettori" di manzoniana memoria. Ma tant'è. Qui ci sarò io. Senza veli. Senza filtri.
Un bacio a chiunque passi di qui.
Un bacio a chiunque passi di qui.
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