Ancora "riciclo": uno scritto del 2008. Ma, davanti all'ennesima porta sbattuta violentemente sul volto, non ho trovato niente di meglio di quanto segue per esprimere il mio stato d'animo. Perchè il tempo è passato, molte cose sono cambiate, ma il senso d'insoddisfazione permane, pressochè immutato.
Confusa. Distratta. Disordinata. Svuotata. Irascibile.
Tanti aggettivi, uno accanto all'altro. Ma è l'unico modo che conosco, ora, per descrivermi. Non mi capisco più. Nessun discorso organico mi appartiene. Nuovamente privata delle mie piccole certezze, mi sento fragile e disturbata.
Perchè complicarsi la vita quando tutto potrebbe essere perfetto?
Perchè ostinarsi a voler sentire la vita scorrere nelle vene?
Credevo che lui, finalmente, fosse riuscito a riscuotermi dal torpore, a sciogliere il ghiaccio che da tempo opprimeva i miei sensi. Come un timido raggio di sole.
No. Così non è.
Quando ogni certezza è caduta, quando nemmeno le lacrime riescono più a liberare il fastidio che porto dentro, quando l'insofferenza si accumula e cresce nutrendosi di se stessa, allora, cosa rimane?
Cosa resterà di questi ultimi mesi? Cosa mi rimarrà, in concreto, se non la consapevolezza di avere, un'altra volta, fallito? Sconfitta su tutta la linea.
Non trovano pace i miei pensieri, non trovano tregua i miei sensi. E più cerco di negare me stessa, più mi accorgo di essere sul limite...
Sembrano deliri, forse lo sono.
Ho paura. Paura di trovarmi sola. Paura di sentirmi, come un tempo, inutile, vuota, irrisolta o irrealizzata. Ormai sono priva di aspettative. Da qualche tempo penso a quale potrà essere il mio futuro...beh, non ne vedo uno. E questo mi spaventa.
Forse è la stanchezza, non so. Forse è la voglia di scappare. Qui l'aria è irrespirabile, sembra sempre tutto così immutabile, fermo e cristallizzato. E io sempre alla costante ricerca di questo "qualcosa" che mi possa cambiare la vita, o almeno scuoterla un po'...
Un angolo tutto per me, per riflettere, leccarmi le ferite, tirarmi nuovamente in piedi. Come sempre. Sempre più acida, sempre più cinica, forse più cattiva. Arrabbiata con la vita. In perenne stato di allerta, ancora sulla difensiva.
Certe ferite non si rimarginano, alcune ci provano, ma ogni tanto la cicatrice torna a fare male. Altre volte rimane solo un graffio, una piccola escoriazione: un po' di pazienza e tutto passa. Cosa accadrà questa volta?
Mille interrogativi, nessuna risposta. Solo l'amara certezza che questa vita non mi basta. Almeno non ora.
(Rileggendomi... almeno il cuore, ora, sta meglio... grazie L. )
martedì 19 ottobre 2010
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